Cos’è la candidosi vulvovaginale?
La candidosi è una comune infezione causata dalla proliferazione del fungo Candida albicans, da cui il più comune, anche se erroneo, nome “candida”. Questo fungo è normalmente presente nella flora delle mucose inclusa quella vaginale. Tuttavia, in alcune condizioni, la sua quantità diventa eccessiva e genera una vera e propria infezione. Per questo è importante non solo trattare l’infezione, ma aiutare la flora vaginale a rimanere in salute.
Soffrire di candidosi vulvovaginale è molto comune. Uno studio menziona che il più del 70% delle donne ha almeno un episodio di candidosi vulvovaginale nella propria vita. Inoltre, alcuni casi possono diventare cronici; dal 5 al 10% delle donne sviluppano candidosi vulvovaginale recidiva.
Quali sono i sintomi della candidosi vulvovaginale?
I sintomi causati dalla candidiasi vulvovaginale includono:
- Bruciore, prurito e irritazione genitale
- Secrezioni vaginali biancastre
- Dolore durante i rapporti
- Bruciore durante la minzione
- Presenza di piccoli taglietti sulla mucosa vulvare
La sintomatologia da candidosi vulvovaginale può essere confusa con altre infezioni e infiammazioni vulvovaginali, come vaginiti e infezioni sessualmente trasmissibili, e a volte anche con infezioni alle vie urinarie. Per questo motivo è cruciale capire quale sia l’agente patogeno alla fonte della sintomatologia per adottare la terapia adatta.
Cosa causa la candidosi vulvovaginale?
Come menzionato, la candidosi vulvovaginale è causata dal fungo Candida albicans o altre specie. Questo fungo è presente normalmente in diverse aree del nostro corpo: nella cavità orale, nel tratto gastrointestinale, negli organi riproduttivi, e in altri distretti. La sola presenza del fungo però non definisce l’infezione. Questa si presenta quando c’è una proliferazione anomala del fungo, che prevale sugli altri agenti microbici presenti nella zona vulvovaginale. Questo può avvenire soprattutto in situazioni quali:
- Immunodeficienza
- Diabete
- Gravidanza
- Uso di contraccettivi orale
- Uso di antibiotici
- Disbiosi intestinale
Come si diagnostica la candidosi vulvovaginale?
La diagnosi di candidosi viene posta associando diversi segni, sintomi e esami:
- Anamnesi dei sintomi
- Attenta valutazione della mucosa vulvare e vaginale
- Valutazione delle perdite vaginali
- Esecuzione del pH vaginale
- Esecuzione di un tampone colturale
Proprio perché i sintomi della candida possono essere simili o sovrapponibili a quelli di altre infezioni vulvovaginali, per il corretto trattamento è necessario effettuare un tampone vaginale colturale.
Come si cura la candidosi vulvovaginale?
Una volta confermata la diagnosi di candidosi, la terapia d’elezione è quella ad azione antimicotica (ossia contro il fungo che sta causando l’infezione). Gli antimicotici in caso di candida vaginale possono essere assunti per via orale, con l’inserimento di ovuli direttamente in vagina, o l’utilizzo di pomate medicate.
È possibile che la terapia antifungina venga consigliata anche al/la partner, ma questo dovrebbe succedere solo in caso di conferma di un’infezione anche nell’altra persona. In caso contrario, il rischio è l’alterazione della flora intestinale del/la partner. È invece sconsigliato avere rapporti sessuali penetrativi fino a conclusione del trattamento. La penetrazione, infatti, potrebbe causare ulteriore irritazione mentre alcuni farmaci antimicotici possono indebolire i materiali usati nei preservativi o nel diaframma usato a scopo anticoncezionale.
In ogni caso è fondamentale che la terapia prescritta venga portata a termine perché un trattamento incompleto potrebbe aumentare il rischio di recidive. La maggior parte dei trattamenti dura da 3 a 7 giorni, ma alcuni farmaci possono richiedere un trattamento più lungo.
Insieme agli antimicotici è possibile che siano raccomandati unguenti o pomate che diano sollievo dal prurito, un sintomo molto comune che può essere invalidante soprattutto in chi soffre di candidosi ricorrenti.
Nonostante il trattamento di elezione per la candidosi vaginale sia la terapia antimicotica, esistono rimedi naturali che possono essere un supporto (ma non un’alternativa) per debellare l’infezione. Tra questi ci sono:
- I probiotici a base di Lattobacilli e Bifidobatteri che, assunti per via orale o localmente sotto forma di ovuli, possono limitare la riproduzione incontrollata della Candida;
- I prebiotici, ossia fibre alimentari che assunte grazie a cibi di origine vegetali o integratori possono aiutare la flora della mucosa genitale a rimanere, o tornare, in salute;
- Spezie e erbe aromatiche, come curcuma, cannella e zenzero, che assunte con la dieta, o sotto forma di tisane, possono avere una blanda azione antimicrobica.
Inoltre, il rischio di contrarre una candidosi vulvovaginale può essere limitato, se non rimosso, tramite alcuni comportamenti o scelte di stile di vita tra cui:
- Mantenere o supportare la microflora vaginale assumendo probiotici e prebiotici evitando, però, il fai-da-te o l’assunzione prolungata;
- Utilizzare prodotti per l’igiene intima delicati che non alterino PH e microflora genitale o irritino le mucose;
- Indossare biancheria intima traspirante e limitare l’utilizzo di abbigliamento eccessivamente attillato per mantenere l'area vaginale asciutta;
- Evitare lavande vaginali o l’utilizzo di profumi per le parti intime;
- Limitare l’utilizzo di assorbenti esterni o tamponi profumati;
- Utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali e lubrificanti a base di acqua.
Fonti
- Gonçalves, B., Ferreira, C., Alves, C. T., Henriques, M., Azeredo, J., & Silva, S. (2015). Vulvovaginal candidiasis: Epidemiology, microbiology and risk factors. Critical Reviews in Microbiology.
- R, A. N., & Rafiq, N. B. (2023, May 29). Candidiasis. StatPearls - NCBI Bookshelf.
- Matsubara, V. H., Bandara, H. M. H. N., Mayer, M. P. A., & Samaranayake, L. P. (2016). Probiotics as antifungals in mucosal candidiasis. Clinical Infectious Diseases.