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18 Ottobre 2025
Parliamo spesso di dolore genito-pelvico in età fertile, causato da patologie come endometriosi e vulvodinia. Nonostante ciò, il dolore genito-pelvico può comparire o inasprirsi in età più avanzata, durante i cambiamenti ormonali causati dalla menopausa. In occasione della Giornata Mondiale della Menopausa, parliamo del legame tra dolore genito-pelvico e menopausa.
La menopausa è il periodo della vita di una persona con corpo femminile in cui le mestruazioni terminano, marcando la conclusione del proprio periodo fertile. La terminazione delle mestruazioni è dettato da un massiccio cambiamento ormonale causato da un declino della produzione di ormoni, come estrogeni e progesterone, da parte delle ovaie. La menopausa viene definita dall’assenza di mestruazioni per un periodo di 1 anno e in Italia, in media, avviene a 51 anni. Il periodo precedente la menopausa è chiamata peri-menopausa e inizia con la presenza dei primi cambiamenti mestruali.
Essendo un grande cambiamento ormonale, la menopausa può causare nuovi sintomi mai sperimentati prima, nonché inasprire sintomi già presenti. Alcuni dei sintomi che si possono notare in perimenopausa e poi in menopausa sono:
Come menzionato, uno dei sintomi della menopausa è la secchezza vaginale. Questo sintomo può essere accompagnato anche da dolore vulvare, prurito, irritazione e bruciore. L’insieme di tutti questi sintomi può essere raggruppato dal termine atrofia vulvo-vaginale.
L’atrofia vulvo-vaginale durante la menopausa non appare tutto d’un tratto. È un processo graduale, causato dal lento cambiamento ormonale. Se all’inizio della menopausa, l’atrofia non è spesso riportata, dopo 7-10 anni ben il 50% delle donne riporta questi sintomi. Con il procedere del periodo post-menopausa questa percentuale si alza fino al 75%. L’atrofia, al contrario di altre manifestazioni della menopausa, peggiora se non trattata.
L’atrofia vulvo-vaginale può avere effetti severe sui rapporti sessuali. Essi possono diventare dolorosi se non impossibili. In queste condizioni avere rapporti penetrativi può anche creare sfregamento eccessivo, che può accentuare il dolore provato. La comparsa di dolore durante alcun tipo di penetrazione può anche creare ansie e paure sia di rapporti sessuali che di visite ginecologiche interne.
I cambiamenti ormonali della menopausa includono un calo di ormoni estrogeni. Le mucose vaginali sono molto sensibili a cambiamenti degli estrogeni. Il loro calo infatti causa un’assottigliamento dello strato epiteliale del basso tratto vaginale e una diminuzione dell’elasticità di questo tessuto. Di conseguenza si manifesta una secchezza vaginale, data da una diminuzione delle secrezioni da parte delle ghiandole di Bartolini. La lubrificazione mancate può creare microtraumi e lesioni durante i rapporti sessuali, causando non solo sanguinamento ma anche un ambiente in cui batteri patogeni possono proliferare causando infezioni post-coitali.
Inoltre, l’assottigliamento dello strato epiteliale della mucosa vaginale ha conseguenze sulla composizione della flora vaginale. Esso causa una diminuzione dei lattobacilli e quindi dell’acido lattico prodotto da essi. Questo risulta in un cambiamento del pH dell’ecosistema vaginale, che diventa più suscettibile a infezioni al tratto uro-genitale. Una nuova definizione è, infatti, sindrome genito-urinaria della menopausa. Questo inquadra gli estrogeni come presenza chiave e necessaria per il benessere del tratto genitale e urinario.
La presenza di atrofia vulvo-vaginale in menopausa si può curare con diversi opzioni, in base anche alla presenza di altri sintomi causati dai cambiamenti ormonali di questo periodo.
La menopausa non è la fine della vita di una persona con corpo femminile. È un periodo differente in cui la mancanza di estrogeni causa sintomi a volte lievi, a volte invalidanti.
Nel caso si provasse dolore genito-pelvico in menopausa, è importante consultare una figura specializzata, che sia in grado di comprendere e valutare questa sintomatologia a tutto tondo e in modo personalizzato.
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