Visita ginecologica senza rapporti penetrativi: si può fare?

Beatrice La Rosa
Specialista in ginecologia, ostetricia e sessuologia clinica, specializzata in patologie vulvo-vaginali

6 minuti

5 Dicembre 2025

Esistono molti preconcetti e falsi miti quando si parla di visite ginecologiche. Uno di questi è il concetto che non si possa fare una visita ginecologica se si è “vergine”. Facciamo un po’ di chiarezza.

Partiamo dal termine “vergine”

Quando si parla di “verginità”, spesso si fa riferimento a una persona che non ha mai avuto un rapporto penetrativo pene-vagina. Tuttavia, è importante ricordare che la “verginità” non ha alcun fondamento biologico. È un’invenzione culturale, storicamente usata per attribuire valore morale sulla “purezza” di una persona o l’idea di “conservarsi” per un uomo. Questo risulta ancora più evidente se pensiamo che molte persone vengono considerate “vergini” pur avendo già inserito in vagina tamponi interni, ovuli, dita o sex toys. Tutto ciò conferma che non si tratta di un concetto medico, ma di una costruzione sociale che non riflette la realtà dei corpi e delle esperienze sessuali.

Da questa idea di “verginità” nasce uno dei preconcetti più diffusi: l’idea che, non avendo mai avuto rapporti penetrativi, non si possa fare una visita ginecologica. In realtà non è così. 

La visita ginecologica è più di un ecografia interna

Prima di tutto ricordiamo che la visita ginecologica non include solo una valutazione interna che fa la figura medica. Infatti, la visita è composta da diverse fasi:

  • Anamnesi della propria salute ginecologica. Questo è necessario per capire se ci sono sintomi da investigare ulteriormente, con o senza un esame interno.
  • Discussione della propria sessualità e (potenziale) contraccezione. Se necessario, la figura ginecologica può guidare la paziente nel capire quale metodo contraccettivo sia più adatto, in base alla propria storia medica e sessuale.
  • Esame dei genitali esterni. Si osserva la vulva, senza dover entrare a livello vaginale. Questo è importante per identificare possibili lesioni, tagli, condizioni o irritazioni dermatologiche o infiammazioni.
  • Esame manuale interno. Questo può essere fatto per valutare lo stato di salute degli organi pelvici (es. utero, ovaie, vescica) o dei muscoli del pavimento pelvico. La figura ginecologica effettua questa parte dell'esame inserendo le dita nel canale vaginale.
  • Ecografia pelvica. Fatta per visualizzare gli organi pelvici e possibili patologie di essi, si può effettuare in diversi modi.

Quindi è molto importante fare una visita ginecologica per discutere la propria salute ginecologica, anche se non si ha mai avuto rapporti penetrativi, soprattutto nella presenza di dolore mestruale, irregolarità mestruali o infezioni ricorrenti.

È possibile fare un’ecografia interna anche se non si sono avuti rapporti penetrativi

L’ecografia transvaginale è la scansione degli organi pelvici che viene eseguita con una sonda inserita nel canale vaginale. Da un punto di vista puramente anatomico, se non esistono casi di imene rigido o spesso, questo esame può essere eseguito anche se la persona esaminata non ha avuto rapporti penetrativi o introduzione in vagina di tampax, ovuli, dita o dildo.

Il motivo per cui a volte viene ancora posticipato un esame per via vaginale è la paura di "rompere l'imene". Questa motivazione è più legata a una visione culturale che alla biologia dei corpi, come spiegato in precedenza. Infatti, un’esame per via vaginale non causa la rottura dell’imene. L’imene non è qualcosa che si rompe ma una membrana elastica e variabile che in alcune persone può solo allargarsi, in altre lacerarsi leggermente. Molto spesso è già perforato prima dei primi rapporti penetrativi, a causa di morfologia alla nascita, cambiamenti ormonali o se si è fatta esperienza con tamponi interni o inserzione di dita. In questi casi l’imene è già diventato più elastico. 

Per questo è molto importante che, durante l’anamnesi, la figura ginecologica parli di salute sessuale e chieda allə pazientə che tipo di rapporto ha con i suoi genitali interni ed esterni: che tipo di sesso pratica (se lo pratica), se ha mai introdotto tamponi o ovuli in vagina, se  preeferisce eseguire un’ecografia esterna o se si sente in armonia per effettuare dei controlli più invasivi.

Quindi sì, si può essere visitatə internamente anche se non si ha avuto rapporti penetrativi. Anzi, a volte è molto importante farlo. Se ci sono dei sospetti di endometriosi, adenomiosi, o altre patologie difficili da identificare, effettuare un’ecografia transvaginale può essere molto utile per comprendere meglio il quadro clinico. Se però si ha un imene imperforato (caso raro, 0,1% della popolazione), particolarmente fibroso o si prova dolore alla penetrazione, è importante che la figura ginecologica prenda i giusti accorgimenti o eviti questo tipo di esame.

Ricordati che è un tuo diritto essere visitatə internamente se lo desideri. Se la sola motivazione per non visitarti internamente è il fatto di non aver avuto rapporti penetrativi, puoi chiedere alla figura ginecologica di eseguirla.

Se non si è a proprio agio, esistono diversi tipi di ecografie

Il fatto che si possa fare una visita interna se non si sono mai avuti rapporti penetrativi non vuole dire che si debba fare per forza. Se la figura ginecologica non lo ritiene necessario o se lə pazientə non è a proprio agio farla, esistono altri tipi di ecografie per visualizzare gli organi pelvici.

  • Ecografia transaddominale. Viene effettuata sulla pelle del basso ventre. È il tipo di ecografia che viene effettuata in gravidanza.
  • Ecografia transrettale. In questo caso, una sonda viene inserita nel retto per visualizzare gli organi pelvici.

Questi esami possono fare in modo di visualizzare gli organi pelvici senza effettuare una ecografia attraverso il canale vaginale.

Conclusione

Non esistono delle linee guida ufficiali su che tipo di visita ed ecografia ginecologica effettuare nellə pazientə che non hanno avuto rapporti o inserimenti penetrativi (es. tamponi interni). È opportuno però utilizzare sempre il buon senso, che scaturisce da un dialogo senza pregiudizi tra medico e paziente. Al giorno d’oggi non esiste più la reticenza di 10 anni fa, lə pazientə sono più liberə di esprimersi e curiosə di interfacciarsi con lo specialista, e questo permette di eseguire gli screening con migliore efficienza rispetto al passato.

Primo piano di Luca Bello
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