Il dolore nelle donne: perché è diverso e spesso ignorato

Gaia Salizzoni
Team Hale

5 minuti

8 Aprile 2025

Il dolore cronico è uno dei disturbi più comuni e antichi nella storia della medicina. Per secoli, è stato trattato con un approccio standardizzato, valido per tutti. Ma oggi la scienza ha svelato una realtà allarmante: le donne provano dolore in modo diverso dagli uomini e, di conseguenza, rispondono in modo diverso ai trattamenti.

Le donne sentono più dolore, ma ricevono meno cure

Le ricerche più recenti dimostrano che le donne (inclusi ragazze e persone assegnate femmine alla nascita) sono più inclini a provare dolore intenso e a sviluppare condizioni croniche come:

Nonostante ciò, il dolore femminile viene sistematicamente sottovalutato, portando a ritardi diagnostici e a trattamenti inadeguati. Questo fenomeno ha un impatto concreto sulla qualità della vita e sulla salute mentale delle pazienti.

Gli antidolorifici funzionano meno nelle donne

Studi autorevoli hanno rilevato che i farmaci antidolorifici comuni – come ibuprofene, steroidi e oppioidi – risultano meno efficaci nelle donne. Questo accade per diversi motivi:

  • Ormoni sessuali, come gli estrogeni, influenzano l’assorbimento e la metabolizzazione dei farmaci.
  • Il metabolismo femminile tende a essere più lento, modificando l’efficacia e la durata dell’effetto del farmaco.
  • Il sistema immunitario femminile è più reattivo, aumentando la risposta infiammatoria e il fabbisogno di analgesici.

Effetti collaterali più intensi e pericolosi

A causa della storica esclusione delle donne dagli studi clinici, molte terapie presentano effetti collaterali più gravi nelle pazienti femminili. Un'analisi del 2020 ha evidenziato che il metabolismo di 86 farmaci, tra cui morfina e prednisone, è più lento nelle donne, con conseguenze come:

  • Nausea
  • Mal di testa
  • Convulsioni
  • Allucinazioni

Tra il 1997 e il 2001, ben 8 farmaci su 10 ritirati dal mercato dalla FDA lo sono stati proprio per rischi sproporzionati per le donne.

Il costo del dolore non trattato

Quando il dolore non viene trattato in modo adeguato, le conseguenze possono essere serie:

  • Progressione della malattia
  • Tempi di recupero più lunghi
  • Difficoltà nelle attività quotidiane
  • Aumento del carico mentale, specialmente per chi gestisce responsabilità lavorative e familiari

Nei casi più gravi, il dolore acuto non curato può evolvere in dolore cronico, con effetti devastanti: ansia, depressione e persino abuso di sostanze. In particolare, le donne sono più vulnerabili alla dipendenza da oppioidi, anche a dosaggi inferiori.

📈 Secondo il National Institute on Drug Abuse, le morti per overdose da oppioidi tra le donne sono aumentate del 642% dal 1999, rispetto al 439% tra gli uomini.

Serve un cambio di rotta: cure personalizzate e ricerca mirata

Fortunatamente, qualcosa sta cambiando. La ricerca sta lavorando per:

  • Identificare biomarcatori specifici del dolore femminile
  • Sviluppare trattamenti personalizzati
  • Rendere gli studi clinici più inclusivi

Nel frattempo, è fondamentale che le donne siano consapevoli delle sfide che affrontano nel sistema sanitario. L’autodifesa sanitaria è un passo cruciale: significa informarsi, fare domande, pretendere alternative terapeutiche.

Il dolore femminile merita attenzione

È tempo di riconoscere che il dolore femminile è reale, diverso e spesso trascurato. Solo con una medicina più equa, basata su dati di genere, potremo garantire a tutte cure efficaci e sicure.

Primo piano di Luca Bello
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